Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/572

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LIBRO TERZO 5a3 Lfgntoria alimi; e coll’alimi soccorso viviamo, e niuna cosa crediamo che sia propriamente „osti a, fuorché il piacei’e. V. Qual effetto avesse il mal animo di Catone contro de’ medici greci, e che avvenisse di Arcagato, noi nol sappiamo, nè Plinio il dice, nè io so ove abbia trovato l’autore del Diogene Moderne que’ molti scrittori che, secondo lui, asseriscono che Arcagato fu lapidato (t. 1, letter 25). Plinio solo racconta che i Romani, ■ curii Graecos Italia pellerent diu post Catonem, excepisse medicos. La qual parola excepisse ha data occasione a parecchie contese. Jacopo Spon, dotto medico insieme e valoroso antiquario. ha voluto di una scienza valersi a difesa dell’altra, e tra le molte sue dissertazioni d’antichità una (Recherches curieuses d’Antiquité, Diss. 27) ne ha indirizzata a provare che nè i soli schiavi eran medici, come pensano alcuni , nè questi furon mai cacciati da Roma. Della prima proposizione parlerem fra non molto. Quanto all’altra, egli, recato il testo di Plinio, che noi spieghiamo, traduce la parola excepisse per eccettuare; e di questo testo medesimo si vale a provare il suo parere. Anche Federigo Cristiano Cregut nella bella prefazione da lui premessa alle Opere Mediche di Cesare e di Giambatista Magati da Scandiano, nella quale de’ meriti degl’Italiani verso le lettere parla con somma lode, in questo senso medesimo vuol che s’intenda il passo di Plinio. Ma ilP.Harduino ne’ suoi commenti a questo luogo, e più lungamente ancora gli autori del Giornale degli Eruditi di Parigi (An. 1735, p. 13, ec.) v. Sr i medici girci fosse r carristi da Koou.