Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/592

Da Wikisource.

LIBRO TERZO 5.{3 Tallio (De Offic. 1.3, n. 15), cioè che volendo egli fare acquisto di un campo , e, fattane già la stima, avendo cercato al venditor di vederlo , poichè ebbelo esaminato 7 disse spontaneamente che il prezzo a cui era stato stimato, non ne uguagliava il valore, e una somma assai maggiore gliene fece contare. Per questa sua integrità fu in odio a quelli a cui essa era e uno spiacevol rimprovero e un rigido freno (Cic. pro Plancio, n. 13); e questa per avventura fu la cagione dell1 infelice sua morte; perciocchè egli ne’ funerali di C. Mario fu pelili mano di uno scellerato crudelmente ucciso (id. pro Roscio Amer. n. i a). Intorno a questo e agli altri Scevola che furon celebri in Roma singolarmente pel loro sapere nella giurisprudenza, veggansi le annotazioni del P. Gioseppantonio Cantova della Compagnia di Gesù poste al fine del primo libro dell1 Oratore di Cicerone, da lui di fresco tradotto e dato alle stampe; nelle quali, con diligenza assai maggiore che non abbian fatto comunemente gli altri spositori, ha accuratamente ili stinte ed esaminate le cose che a ciaschedun di essi appartengono. Quegli di cui qui favelliamo, fu certamente uno de’ più illustri giureconsulti che vivessero in Roma, e secondo il parere del Terrasson (Hist. de la Jurisprud. rom. p. 229) e di molti altri scrittori, fu egli il primo che a qualche ordine e divisione riducesse il diritto civile, intorno a cui egli scrisse diciotto libri, i quali dagli antichi giureconsulti sono spesso allegati. IH A Q. Muzio Scevola sottentrò nella fama di valentissimo giureconsulto Servio Sulpicio