Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/631

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PARTE TERZA od. i), orator eloquente. Scrisse tragedie greche e latine (Se tv. ad Virg. ecl. 8), e una singolarmente pare che preso avesse a comporne sulla guerra civile, da cui il dissuase Orazio (loc. cit.), benchè sia ad altri sembrato che di storia e non di tragedia egli parli a quel luogo. Era egli ancora amico e protettor de’ poeti , come da Virgilio raccogliesi (ecl. 3, v. 84, ec.), il quale secondo alcuni interpreti all’occasione di un figlio a lui nato scrisse la quarta delle sue egloghe. Alla gloria letteraria congiunse la militare , e celebre si rendette nella guerra della Dalmazia, da cui tornando ebbe l’onor del trionfo (Hor. l. c.). Ma ciò che forse gli acquistò maggior gloria, fu l’uso che delle spoglie in guerra raccolte egli fece; poichè impiegolle alla fabbrica di un magnifico atrio presso il tempio della Libertà, a cui una copiosa biblioteca aggiunse di libri greci e latini. Ch’egli fosse il primo ad aprire in Roma pubblica biblioteca , chiaramente lo afferma Plinio (l.. 35, c. 2): Pollionis hoc Romae invellutili, qui primus bibliothecam die andò, ingenia hominum rem publicam fecit E lo stesso avea egli già detto prima (l. 7, c. 30) colle parole da noi sopra allegate: In bibliotheca quae prima in orbe ab Asinio Pollione ex manubiis publicata Romae est Nel qual luogo però sembra strano che Plinio non abbia avute presenti al pensiero le biblioteche de’ Re di Egitto e di Pergamo tanto più antiche, e delle quali fa menzione egli stesso dopo il passo da noi in primo luogo allegato. Il P. Arduino ne esce in breve col dire (in not. ad hunc loc.) che