Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/114

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lungo poema sulla storia romana, richiese a molti, e fra gli altri ad Anneo Cornuto, uomo a quel tempo per dottrina e per erudizione chiarissimo, quanti libri avesse a scriverne; e avendo alcuni adulatori asserito che un Nerone nulla meno di quattrocento libri dovea scrivere, Anneo disse ch’era troppo grande tal numero; al che replicando un altro, che il filosofo Crisippo assai più aveane composti; ma questi, rispose Anneo, al genere umano son vantaggiosi. Del qual detto sdegnato Nerone, poco mancò che nol togliesse di vita, e parvegli di mostrarsi clemente col rilegarlo in un1 isola. Finalmente dopo 13 anni di regno questo crudel mostro, udendo che Galba erasi sollevato contro di lui, e che era stato riconosciuto imperador nelle Gallie, e che egli al contrario dal senato stesso di Roma era stato dichiarato nimico pubblico e dannato a morte, fuggito vilmente da Roma, si diè da se stesso la morte, in età di 32 anni, l’anno di Cristo 68; e con lui finì la famiglia de’ Cesari. X. I tre seguenti imperadori poco, o nulla poteron recare o di vantaggio, o di danno alle lettere, che troppo breve fu il loro impero; e vidersi allora per la prima volta sorgere, per così dire, da ogni parte uomini avidi di regnare , e combattersi gli uni gli altri. Galba, Ottone, Vitellio giunsero ad ottenere il trono, ma nol poteron conservare; Galba ucciso in Roma per ordine di Ottone; Ottone uccisosi de se stesso in Brescello, poichè seppe il suo esercito essere stato sconfitto da quel di Vitellio; questi finalmente da’ partigiani di