Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/118

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XII. Nerva successore di Domiziano, e principe ornato delle più belle doti che a riparare i danni dell’Impero romano fossero necessarie, e a cui il solo difetto che si opponesse , fu quello di aver portata tropp’oltre la più amabile tra le virtù, cioè la clemenza, ebbe troppo breve impero, perchè potesse operar grandi cose, morto sedici mesi soli dacchè era salito.al trono. Traiano, da lui adottato, gli succedette l’an 98 (5). A me non appartiene il fare a questo luogo f encomio di questo gran principe, in cui si videro uniti tutti que’ pregi che formano un gran sovrano e un gran generale d’armata. Non vi ha storico che non ne ragioni; e alcuni tra’ moderni singolaimente che piacci onsi di porre a confronto gli eroi idolatri co’ cristiani, formano di Traiano poco (*) lo debbo qui chieder perdono all’ab. Lampillas, perchè I10 dimenticato di dire che Traiano e A ariano furono spagnuoli. Ei me ne fa un grave rimprovero (t. 2 , p. 77 , ec.), e si duole, ch’io dissimulando che detti principi fossero spagnuoli, privo la lor nazione di quella stima che ispirerebbe ne’ miei leggitori il sapere che fu la Spagna madre di così illustri sovrani. Io potrei veramente dire con verità e giurare ch’io lio taciuto la patria loro per la stessa ragione per cui ho taciuto quella de’ due ottimi imperadori italiani Vespasiano e Tito, cioè perchè non vi I10 pensato , e se pur vi avessi pensato, 1" avrei forse credula cosa inutile a dirsi, perchè a tutti notissima. Ma io potrei protestare quanto volessi, che le mie proteste a nulla mi gioverebbono. Quanto poi alla difesa che fa qui di Adriano l’ ab. Lampillas, 10 lascio che ognun ne giudichi a causa conosciuta, come gli sembra meglio. TlRABOSCHI, Voi. IL