piace. Or intorno a Lucano non è mancato
chi ne abbia dette le più gran lodi del mondo.
Stazio, che visse al tempo medesimo, ne ha
celebrata la memoria con un componimento
(l. 2, sil. 7) in cui parla di Lucano come di
un poeta non inferiore ad alcuno, e superiore
a pressochè tutti i poeti; e non teme di dire
che dall’Eneide ancora sarà la Farsalia venerata. E veramente essendo Stazio nel suo poetare somigliante molto a Lucano, non è maraviglia che ne facesse sì grande elogio. Marziale
ancora ne parla con molta lode, benchè accenni insieme che fin da quel tempo alcuni non
volean concedergli il nome di poeta (l. 7, epigr.
20, 21, 22; l. 14, epigr. 168). Nè tra i moderni sono mancati a Lucano lodatori e protettori per sapere e per autorità ragguardevoli.
Del celebre Ugone Grozio si dice (L’Esprit
de Guy Patin, p. 28; Acta Lips. 1710, p. 417)
che lo avesse in pregio e in amore sì grande,
che sempre il volesse seco, e talvolta ancora
per trasporto di tenerezza il baciasse. Jacopo
Palmerio da Grentemesnil una lunga apologia
di Lucano scrisse fin dall’anno 1629, in cui
rispondendo a tutte la accuse date alla Farsalia , e esaminandone i pregi, lusingossi di
parlarne modestamente, dicendo che essa era
quasi uguale all’Eneide. Quest’apologia però
non fu stampata che l’anno 1704 a Leyden
(Journ. des Sav. 1704, p 609 e 1708; Suppl,
p. 414 Acta Lips. 1708, p. 186), ed ivi pur
ristampata l’anno 1728 nella bella edizione di
Lucano fatta dall’Oudendorp. Molti altri ancora
hanno annoverato Lucano tra’ valorosi poeti.