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Ma troppo lungi mi condurrebbe il far parola di tutti. Veggansi i lor pareri raccolti dal Baillet (Jug. des Sav. t. 3, p. 246, éd. D’Amst. 1725). Non vuolsi però tacere di due tra essi, cui troppo è onorevole a Lucano l1 aver avuti a lodatori e apologisti, il primo è il gran Pietro Cornelio, di cui racconta monsig. Huet (Origines de Caen, p. 366) che confessò a lui medesimo non senza qualche rossore ch’egli anteponeva Lucano a Virgilio. Di questa opinione del Cornelio si vale monsig. Huet a provare che gli ottimi giudici di poesia più rari sono a trovarsi che gli ottimi poeti. Ma non potrebbe aggiungersi ancora che il troppo favorevole sentimento che il Cornelio avea di Lucano, fu per avventura f origine del difetto che in lui singolarmente dispiace, cioè di uno stile tronfio talvolta più che sublime, e di pensieri raffinati troppo e più ingegnosi che a personaggi ancor di tragedia non si convenga? L’altro è il celebre Marmontel che non ha sdegnato d’impiegare il colto ed elegante suo stile in una traduzion di Lucano. Omero e Virgilio, se potessero tornar tra’ vivi, farebbono, io credo, un amorevol lamento con questo illustre scrittore che, anzichè ad essi, abbia un tal onore conceduto ad un poeta di cui eglino forse ignoravano ancora il nome. Ma ha egli forse creduto che sopra tutti i poeti si dovesse la preferenza a Lucano? No certamente; poichè confessa egli medesimo che questo poeta ha de’ grandi difetti; che la Farsalia non è che un primo abbozzo di poema; che non vi si vede nè l’eleganza nè il colorito nè? l’armonia di Virgilio;