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di filine in una sua villa presso Napoli ne’ primi anni dell’impero di Traiano, ossia, come Giovanni Masson dimostra (Vita Plin. Jun. n 11), non prima dell’anno xcix. Di lui, come già si è detto, parla sovente anche Marziale (l. 4i epigr. 14; l. 7, epigr. 63; l. 7, epigr. 66), dai cui versi ricavasi che di Cicerone ancora era Silio grande veneratore; e che a tal fine avea comprato un podere stato già di quel famoso oratore; e che avea egli pure trattate le cause nel foro. Ma intorno alla vita di Silio veggasi singolarmente P accennala dissertazione di Cristoforo Cellario.

XV. Di lui abbiamo il poema sulla seconda Guerra Cartaginese; poema che , benchè non sia a mio parere peggiore di quei di Lucano e di Stazio, pur non ha avuta la sorte di trovar alcuno di que’ magnifici lodatori che agli altri non son mancati. Nè è difficile P arrecarne la ragion vera. Gli altri due hanno difetti tali che son coperti sotto un’ingannevole apparenza di maestà, di grandezza e di entusiasmo; difetti perciò, che ad uomini di non troppo fino discernimento sembran! virtù: Silio al contrario, uomo di grande studio, ma di mediocre ingegno , ci ha lasciato un poema in cui non vedesi alcuno di tai difetti; ma solo una languidezza spossata, e un continuo ma impotente sforzo a levarsi in alto. Quindi io penso che niuno meglio di Plinio ci abbia espresso il carattere vero di Silio , dicendo che egli scribebat carmina maiore cura quam ingenio (ep. cit). Noi abbiam dunque in Silio l’idea di uno che, non essendo fatto dalla natura per