del P. Angelico Aprosio, stampata in Genova
nel 1664, oltre le opere di Rafaello Soprani e
del P. Oldoini intorno agli scrittori della Liguria. Ma una opinione che non sia sostenuta
se non da coloro a’ quali è onorevole e vantaggioso il sostenerla, raro è che abbia in suo
favore valevoli argomenti. Intorno ad altre particolarità della vita di Persio veggasi il citato
articolo del Bayle, che ne ragiona, secondo
suo costume, ingegnosamente non meno che
lungamente.
XXIII. L’amicizia de’ più dotti uomini di
cui Persio godeva, e la stima in cui l’avea
Lucano, ci fa conoscere agevolmente che Persio aveasi in conto di valoroso poeta. Quintiliano ancora ne parla con molta lode. Molto
di vera gloria, dic’egli (l. 10, c. 1), si acquistò Persio, benchè con un libro solo. Marziale
ancora ne parla come di poeta assai rinomato
(l. 4, epigr. 29); e l’antico gramatico Valerio
Probo racconta che appena le Satire di Persio
si fecer pubbliche, furono ammirate e cercate
a gara. Ma tra’ moderni pochi son quelli che
lodin Persio, e i due Scaligeri singolarmente
ne han detto il più gran male del mondo
(V. Baillet Jug. des Sav. t. 3, p. 245). Par
veramente che agli antichi dovrebbesi in ciò
maggior fede che non a’ moderni. E cogli antichi
di fatto si son congiunti, e gli han forse ancor superati nel lodar Persio, Isacco Casaubono, il quale afferma ch’ei può contendere il
primo onor della satira non solo a Giovenale,
ma anche ad Orazio, e tanto più eli’ ei mori
in età assai giovanile (Prolegom. in Persiuin);