Una matrona ancora vuolsi per ultimo qui rara,
mentare tra gli scrittori di satire , cioè Sulpizia
moglie di Caleno, che più altre poesie ancora
aveva composte; ma sola ci è rimasta la Satira
da lei scritta contro Domiziano, allor quando
egli cacciò di Roma i filosofi. Di lei e de’ suoi
verbi parla con molta lode Marziale (l. 10,
epigr. 35).
, XXVII. A’ poeti epici e a’ satirici, de’ quali
d> abbiain finora parlato, succeda ora l’unico che
di questa età ci sia rimasto, scrittor d’epigrammi, M. Valerio Marziale. Questi a ragione
si novera dagli Spagnuoli tra’ loro autori, perciocchè egli fu nativo di Bilbili, città ora distrutta della Spagna Tarragonese. Ma il soggiorno da lui fatto per trentacinque anni in
Italia basta perchè a noi ancora sia lecito il
riporlo tra’ nostri. Del soprannome di Cuoco,
che da Lampridio gli viene dato (in Alex.
Severo), veggansi le diverse opinioni degl’interpreti presso Niccolò Antonio (Bibl. Hisp.
vet. l. 1, c. 13) , poichè non sembrami nè
necessario nè utile il disputarne. Il P. Matteo
Radero della Compagnia di Gesù, che dagli
epigrammi medesimi di Marziale ne ha diligentemente raccolte le principali epoche della
vita, osserva che in età di ventun anni ei
venne a Roma , che per trentacinque anni vi
soggiornò , e che, essendo nel cinquantesimo
anno di sua vita , fece alla patria ritorno sul
principio dell’impero di Traiano, e vi morì
nel quarto o quinto anno del medesimo imperadore. Di queste epoche, quelle che appartengono agli anni di Marziale, sono certissime,