XXVIII. In questa lettera Plinio parla con
grandi encomj di questo poeta: Egli era, dice.
uomo ingegnoso e sottile; e che nello scrivere
molto avea di sale insieme e di fiele, e nulla
men di candore. E certo che Marziale avesse
dalla natura sortito talento non ordinario alla
poesia, e che egli avesse un ingegno di quelle
doti fornito, che Plinio in lui riconosce, niuno,
io credo, vorrà negarlo. Ma è a cercare se
bene o male egli usasse del suo ingegno. Qui
ancora ognun giudica secondo il suo gusto;
e non vi ha cosa più inutile, quanto il voler
persuadere che non merita stima un autore a
chi ne ha già formato favorevol giudicio. Io
rifletterò solamente che nel secolo xvi, quando
a comun parere regnava in Italia il buon gusto,
poco conto facevasi di Marziale, a appena giudicavasi degno di venire a paragon con Catullo (11). È celebre f annual sagrilìzio che di
(*) 11 giudizio da lue dato delle poesie di Marziale
ha eccitato il sig. ab. Tommaso Serrano a prenderne
vigorosamente la difesa. Si posson vedere le lettere da
lui pubblicate in Ferrara nel 1776, la risposta alla
prima di esse fatta dal eh. sig. cav. dementino A anueLli, 1" estratto che della seconda voluminosa lettera
dell’ab. Serrano si è dato nel tomo Xll di questo Giornale di Modena, il quale estratto è lavoro dell’ab. Alessandro Znrzi, la cui troppo immatura morte sarà sempre di dolorosa memoria a chiunque ne ha conosciuto
11 raro indegno , le amabili maniere e la singolare onestà de’ costumi, lo non voglio gitlarc il tempo in grazia di Marziale. Ognun giudichi dello stile di esso,
come gli sembra meglio, il giudizio ch’io ne ho dato,
era ed è tuttora il mio; ma io non posso , nè debbo
impedire che altri pensi diversamente.