Ciiiunque finalmente ne sia l’autore , in qual
pregio debbon esse aversi? Io mi spedirò
brevemente, recando ciò che vi ha di più
probabile su ciascheduna parte. E primieramente non è nemmeno a far parola di quelli
che ammettono un solo Seneca autore di tutte
l’opere che sotto tal nome ci sono rimaste.
Non v’ha or chi non sappia che due di tal
nome vi sono stati, padre e figlio, retore il
primo, filosofo il secondo. Ma se ad alcuno di
questi due, o ad un terzo Seneca appartengano
queste tragedie, non è si agevole a diffinire.
Gli antichi che talvolta ne han citata alcuna,
pare che abbian voluto lasciarci nell’incertezza,
poichè non mai ne nominan l’autore altrimenti
che col semplice nome di Seneca. Del filosofo
noi sappiamo che di versi ancor si compiacque, e Quintiliano fra gli altri nomina i poemi
da lui composti (l. 10, c. 1). Ma che egli scrivesse tragedie, espressamente nol dice. Sidonio Apollinare distingue (Carm, 9) Seneca il
filosofo da Seneca il tragico; con che sembra
accennare che l’autor delle tragedie fosse o il
retore, o un altro Seneca da amendue distinto.
Quest’ultima opinione è stata da alcuni adottata, da’ quali si vuole che il Seneca autor delle
tragedie sia diverso e dal retore e dal filosofo;
benchè poi non convenga tra loro chi esso
sia, ed altri il dicano figliuol del filosofo, altri nipote, altri un altro qualunque Seneca vissuto sotto Traiano. Ma niuno può addurre
alcun probabile fondamento della sua opinione;
e questo terzo Seneca, come fra gli altri lungamente dimostra il dotto Niccolò Antonio