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154 Libro

Ciiiunque finalmente ne sia l’autore , in qual pregio debbon esse aversi? Io mi spedirò brevemente, recando ciò che vi ha di più probabile su ciascheduna parte. E primieramente non è nemmeno a far parola di quelli che ammettono un solo Seneca autore di tutte l’opere che sotto tal nome ci sono rimaste. Non v’ha or chi non sappia che due di tal nome vi sono stati, padre e figlio, retore il primo, filosofo il secondo. Ma se ad alcuno di questi due, o ad un terzo Seneca appartengano queste tragedie, non è si agevole a diffinire. Gli antichi che talvolta ne han citata alcuna, pare che abbian voluto lasciarci nell’incertezza, poichè non mai ne nominan l’autore altrimenti che col semplice nome di Seneca. Del filosofo noi sappiamo che di versi ancor si compiacque, e Quintiliano fra gli altri nomina i poemi da lui composti (l. 10, c. 1). Ma che egli scrivesse tragedie, espressamente nol dice. Sidonio Apollinare distingue (Carm, 9) Seneca il filosofo da Seneca il tragico; con che sembra accennare che l’autor delle tragedie fosse o il retore, o un altro Seneca da amendue distinto. Quest’ultima opinione è stata da alcuni adottata, da’ quali si vuole che il Seneca autor delle tragedie sia diverso e dal retore e dal filosofo; benchè poi non convenga tra loro chi esso sia, ed altri il dicano figliuol del filosofo, altri nipote, altri un altro qualunque Seneca vissuto sotto Traiano. Ma niuno può addurre alcun probabile fondamento della sua opinione; e questo terzo Seneca, come fra gli altri lungamente dimostra il dotto Niccolò Antonio