componimenti, pare che a Seneca fossero ap,
pena note. Ma troppo oltre mi condurrebbe il
farne un accurato esame, il quale anche per
ciò sarebbe inutile, che già lo abbiamo nell’io,
comparabile Teatro de’ Greci del mentovato
P. Brumoy. Tutte le tragedie nelle quali Seneca
ha preso f argomento da1 Greci, sono state da
lui paragonate co’ loro originali j e basta leggere le giustissime riflessioni che su ciascheduna egli ha fatte, per conoscere se il dispregio in cui ora comunemente si hanno le tragedie
di Seneca , sia ragionevole (13). Più cose intorno
al parere di diversi scrittori sull autore delle
tragedie medesime si potranno vedere negli
scrittori che abbiam mentovati, e singolarmente
nel P. Martin del Rio e in Niccolò Antonio. Noi
frattanto dalla poesia che lungamente ancor
questa volta ci ha trattenuti, ma in cui nelle
seguenti epoche dovremo essere assai più brevi,
passiamo a vedere in quale stato fossero in
loma gli altri studi.
(<7) Il sig. ab. Lampillas ha impiegate più di quindici
pagine a difender le Tragedie di Seneca contro l’accusa ch’io qui ne ho fatta (Saggio Apolog par. 2,
t. 1 p 29. 40. E il più leggiadro di questa difesa si
è ch’ei molto in essa si vale dell’autorità del f*. Brumoy a cui pure io ho rimessi i miei lettori. Ognuno
legga quest’eloquente apologia, e volentieri mi darà
vinto, se parrà a’ più saggi eh’ 10 abbia errato.