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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/24

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xxm poco si coltivano gli studj, e quando si coltivano con cattivo gusto. XX. Qual parte abbia nella prima la munificenza de’ principi. XXI. La quale però (talvolta si stende solo a qualche ramo di letteratura. XXII. Ragioni che posson rendere inutile il favor dei sovrani verso le lettere. XXIII. Esse sono il libertinaggio de’ costumi e la viziosa educazione. XXIV. La calamità dei tempi. XXV. La mancanza dei mezzi per coltivare gli studj. XXVI. Terza maniera di decadenza, cioè (quando s’introduce un reo gusto: origine di essa. XXVII. La decadenza dell’amena letteratura nel secolo scorso ebbe la stessa origine che quella dopo la morte di Augusto. XXVIII. Per qual ragione quella dello scorso secolo durasse poco. XXIX. E quella più antica fosse di sì lunga durata. XXX. Si osserva che per tanti secoli non vi è stato uno scrittore di tersa latinità. XXXI. Se ne ripete la ragione singolarmente dall’irruzione dei Barbari. XXXII. E si conferma coll’osservare quando si ricominciasse a scrivere con eleganza. XXXIII. Ragioni per le quali in ciò si procedette così lentamente. XXXIV. Altre cagioni del medesimo fatto. XXXV. Introduzion della stampa quanto abbia giovato all’eleganza dello stile. XXXVI. Scrupolosità nello scrivere de’ primi ristoratori di questa eleganza. XXXVII. Conclusione. LIBRO PRIMO Pag. 55 Letteratura de’ Romani dalla morte di Augusto fino a quella di Adriano. Capo I. Pag. 58 Idea generale dello stato civile e letterario dal principio di Tiberio fino alla morte di Adriano. I. Principj dell’impero di Tiberio felici allo Stato e alla letteratura. II. Ei divien poscia crudele: folla d’iniqui delatori. III. La crudeltà di Tiberio si stende