Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/273

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a36 libro XIX. L’opera per cui il nome di Svetonio è celebre principalmente, sono le Vite de’ primi XII Cesari, (di Giulio Cesare fino a Domiziano; Vite che da lui sembrano scritte non tanto per istruirci nella storia dell’impero di que’ tempi quanto per darci un’idea delle virtù, de’ vizj, de’ costumi di quegl’imperadori. Di fatto assai più egli si stende nel descrivere le private azioni , che le pubbliche loro imprese; e potrebbesi perciò dare alla sua opera il nome di storia anecdota dei Cesari. Ma in questa storia è egli Svetonio scrittor veritiero? o scrive egli soltanto ciò di che correva fra ’l popolo incerto rumore? Gli antichi lo hanno’avuto in conto di scrittor degno di fede. S. G rolamo dice (ap. Voss. de Histor lat l. 1, c. 31) ch’egli scrisse le azioni dei Cesari con quella libertà medesima con cui essi le fecero. Vopisco il chiama scrittor correttissimo e sincerissimo (in Firmo, c. 1), e altrove l’annovera tra coloro che nello scriver le storie alla verità ebber riguardo più che all’eloquenza (in Probo, c 2). Niuno, ch’io sappia, tra gli antichi badato a Svetonio la taccia di scrittor credulo e d’impostore, se se ne tolga ciò che appartiene a’ prodigi; nel che egli pure si lasciò travolgere dalla comune superstizione. E nondimeno dopo diciassette secoli si è finalmente scoperto che Svetonio è uno scrittor bugiardo; che le cose eli’ ci narra di Tiberio, di Caligola, di Nerone e di altri Cesari, sono in gran parte finte a capriccio; e che se Tacito le conferma, Tacito ancora è un impostore. Ma a sì fatte accuse abbiam già bastantemente risposto nella