su quel di Giulio j che da alcuni si aggiugne
al nostro scrittore, da’ secondi sul nome di
Anneo; prove perciò troppo deboli, perchè
possa quest’opinione dirsi in qualche modo
fondata. Non giova dunque il disputare su un
punto, su cui non abbiam fondamenti a’ quali
appoggiarci (a). L ab. Longchamps, felicissimo
nell’immaginare ciò che può dare a’ suoi racconti un’aria di maraviglioso e d’interessante,
dice (Tabl. hist., ec. t. 1, pag. 123) che Floro
ardì di gareggiare in p poesia colf imperador
Adriano j e che questi vendicossene solo con
una satira in cui rimproverava a Floro il sudiciume fra cui vivea frequentando le bettole
e le taverne. Questo racconto non ha altro fondamento, che ciò che narra Sparziano (Vita.
Hadr. p. 155), cioè che Floro poeta scrisse
questi versi contro di Adriano:
Ego nolo Caesar esse ,
Ambulare per Britannos,
Scythicas pati pruinas:
e che Adriano rispondcssegli con questi altri:
Ego nolo Florus esse ,
Ambulare per tabernas,
Latitare per popinas,
Culices pati rolundos.
(a) Anche la città ili Como pretende di entrare in
campo per aver I’on *re di essere stala la patria di
]• loro (Ginvio , Gli Uomini HI. Comaschi , p. 067).
Se un cognome trovalo in una lapide basi a ad indicar
la patria di uno scrittore, noi l’arem di leggieri molte
importanti scoperte di questo genere.