Ma, oltreché non è certo che questo Floro sia
lo stesso che lo storico, io non veggo come
da questi versi si possa raccogliere eli’ egli gareggiò in poesia con Adriano. Chiunque ei fosse,
scrisse un Compendio della Storia Romana dalla
fondazion di Roma fino all’impero di Augusto,
che non è però un compendio di Livio, come
alcuni han pensato, benchè tratti lo stesso argomento. Egli il compose regnando Traiano,
come dal proemio del primo libro è manifesto. Lo stile è l’usato di questa età , sentenzioso e fiorito più del bisogno, e troppo lungi
dalla purezza del secolo precedente. Vi ha ancora chi gli attribuisce, ma senza bastevole
fondamento, l’inno intitolato Pervigilium Veneris , l’Ottavia che va tra le tragedie di Seneca , e qualche altro componimento: di che
veggasi il Fabricio (Bibl. lat. l. 1, c. 23), e il
Vossio (De Histor. lat. l. 1, c.30; De Poetis
lat. c. 4)•
XXL A questi storici, i cui libri o interamente, o in gran parte si son conservati, aggiugniamone alcuni altri dei quali o nulla, o
solo qualche picciolo frammento ci è rimasto.
Tra questi vuol concedersi il primo luogo a
Cremuzio Cordo. Avea egli scritti gli Annali di
Augusto con una libertà da antico Romano; e
fra le altre cose parlando di Cassio e di Bruto,
gli avea chiamati gli ultimi de’ Romani, come
se dopo la lor morte più non fosse vissuto
uomo degno di sì glorioso nome; e inoltre
avea egli parlato altre volte con un generoso
sdegno della viltà e bassezza in cui i Romani erano allora caduti (Sen. de Con.sol. ad