Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/287

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nondimeno non si sdegnò egli pure di trattar certe quistioni che non posson leggersi senza risa; come allor quando ei cerca.se il bene sia corpo (ep. 106), e se le virtù siano animali (ep. 113); sulle quali importantissime quistioni non si sdegna il severo Seneca di disputare con un’ammirabile serietà. Così il cattivo gusto si sparge per ogni parte, e si comunica spesso a quegli ancora i quali sembra che più degli altri dovrebbono preservarsene m. f inora però non troviamo che a’ filosofi si movesse guerra, e ch’essi fosser costretti a partirsene da Roma. Il primo di cui ciò si narra da alcuni, si è Nerone. E qui è ove prima volta ci si fa innanzi il celebre Apollonio Tianeo, la cui Vita scritta da Filostrato è il solo monumento che di questa persecuzione da Nerone eccitata contro de’ filosofi ci sia rimasto. Veggiamo prima ciò che in essa ci si racconta , e poscia esamineremo qual fede si debba a questo scrittore. Io non debbo qui trattenermi a riferire ciò che appartiene alla vita di Apollonio , cosa troppo lontana dal mio argomento, e che da moltissimi scrittori è stata già con somma diligenza trattata, tra’ quali meritano singolarmente di esser letti il Tillemont (Hist. des Emper. t. 2 , p 120, ec. edit. ven.) e il Bruckero (Hist. crit. Philos. t. 2, p 98, ec.). I soli viaggi da lui fatti in Italia, e le sole vicende accadutegli in Roma debbono qui aver luogo. Di lui dunque narra Filostrato (l. , c. 35, ec.) che dopo avere corso viaggiando, e riempito della fama de’ suoi prodigi l’Oriente e la Grecia, si rivolse a Roma. Sapeva egli per la Apollo-