Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/290

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troppo lungi dal suo eroe, perchè la sua narrazione possa avere autorità bastevole a persuaderci. Ma ei dice di avere avute tra le mani le Memorie della Vita di Apollonio scritte da Damide che gli fu indivisibile compagno in tutti i viaggi, e testimonio di tutte le maraviglie da lui operate; le quali Memorie venute essendo in mano di Giulia moglie di Severo, questa aveagli comandato di formare su esse una compita edesatta storia di questo uom portentoso. Aggiugne inoltre di aver letto un libro di un certo Massimo Egiense, che narrate avea le cose da Apollonio fatte nella patria; e nomina ancor quattro libri della Vita di Apollonio scritti da Meragene; benchè di essi ei dica di non volersi valere, perchè moltissime cose di Apollonio egli avea ignorate. Ma questi libri da chi altri mai prima che da Filostrato si veggon citati? Non potrebbe per avventura temersi che i libri de’ detti autori altro non fossero che un’impostura dello stesso Filostrato, il quale, come sappiamo essersi fatto da altri, gli avesse ei medesimo scritti e divolgati sotto i lor nomi, fingendo poscia di appoggiare ad essi i suoi favolosi racconti? Ma a dir vero, non pare che di una tale impostura possa Filostrato a ragione essere accusato. Che sia stato al mondo un Apollonio di Tiana, e ch’ei fosse avuto in conto di mago, ne abbiamo il testimonio di due scrittori anteriori a Filostrato, cioè di Luciano (in Pseudomante) e di Apuleio (in Apolog.); e che Meragene ne scrivesse la Vita, lo afferma Origene, il quale citandone un passo mostra di averla letta