Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/370

Da Wikisource.

primo 333

anni addietro salito al consolato, a cui ancora prima del tempo dalle leggi prescritto sollevato fu da Augusto, affinchè egli per tal modo andasse innanzi a Labeone; perciocchè, dice lo stesso Tacito (ib. c. 75), furono amendue a quel tempo grande ornamento della repubblica; ma Labeone era uomo di una libertà incorrotta, di cui avea già egli dato più prove (Gell. l. 13, c. 12), e perciò godeva di miglior fama; Capitone al contrario rendevasi coll’adulazione più cara a’ regnanti. Quegli, perchè non giunse più oltre che alla pretura, da questo torto medesimo ebbe maggior onore; questi, perchè ottenne l’onore del consolato, incorse i odio e l’invidia comune. Di Labeone non sappiamo precisamente in qual anno morisse: la morte di Capitone è fissata da Tacito (ib.) al nono anno di Tiberio. Delle molte opere che amendue aveano scritte, niuna ci è rimasta, e solo ne abbiamo alcuni frammenti ne’ Digesti.

IV. Le sette da Capitone e di Labeone istituite ebbero maggior fama ancora e maggior numero di seguaci dopo la lor morte, come narra il citato Pomponio, il qual dice che Capitone ebbe per successore Masurio Sabino, Labeone ebbe Nerva Cocceio. Di Masurio Sabino narra Pomponio ch’era dell ordine equestre, e che da Tiberici ebbe il dritto di dare pubblicamente le risposte a chi il consultasse; perciocchè, continua egli, fino a’ tempi di Augusto lecito era ad ognuno che si lusingasse di essere dotto giureconsulto, il rispondere nelle cause; ma Augusto volle che in avvenire da lui se ne ricevesse l’autorità, e obbligò insieme