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repubblica, da sdegno insieme e da timor trasportato, volesse, mentre era ancor salvo e felice, finire onoratamente la vita. Accadde tal morte l’ann 34 dell’era cristiana. Di questi due giureconsulti il primo, cioè Masurio Sabino, molte opere appartenenti al diritto avea composte, che dall’avvocato Terrasson (Hist. de la Jurispr. part. 3, § 3) e dall’Eineccio Hist Jur. l. 1, c. 4j § 208, 209) vengono annoverate. Qualche libro ancora avea scritto Nerva; ma nè dell’un nè dell’altro non è rimasta cosa alcuna.

V. Passa quindi Pomponio a parlare de’ successori che ebbero nella lor setta amendue i suddetti giureconsulti. E a Sabino succedette, egli dice, C. Cassio Longino nato da una figlia di Tuberone, la quale era nipote del celebre Servio Sulplizio, di cui nel primo tomo si è lungamente parlato. Ei fu console insieme con Quartino a’ tempi di Tiberio, e molta autorità ebbe in Roma, sinchè da Nerone non fu mandato in esilio, donde poi richiamato da Vespasiano finì i suoi giorni. Così Pomponio. Vuolsi qui avvertire che diverso dal nostro giureconsulto fu quel L. Cassio a cui Tiberio diè per moglie la sua nipote Drusilla (V. f.ipsii et Merceri notat, ad Tac. l. 6 Ann. c. 15). Quegli di cui ora parliamo, è rammentato spesso con molta lode da Tacito, il qual dice ch’egli andava innanzi a tutti nella scienza delle leggi; e ch’essendo pretore in Siria in tempo di pace, ciò non ostante teneva in continuo esercizio le truppe a sè affidate, non altrimenti che se avessero a fronte il nemico, persuaso che ciò convenisse alla gloria de’ suoi maggiori, e delia v. L. Cassie» Longino , Procolo od altri.