Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/414

Da Wikisource.

primo 377

finalmente astretto a render per assedio la città di Jotapa, eli’ ei difendeva, predisse l’impero a Vespasiano ed a Tito. Da essi perciò tenuto prigione, finchè videro avverata la predizione, e rimesso poscia in libertà, trovossi con Tito all’assedio di Gerusalemme, di cui descrisse la Storia. Venuto finalmente a Roma, vi fece stabil dimora fino alla sua morte , che pare non avvenisse se non dopo il decimoterzo anno di Domiziano; caro sempre agli imperadori, e a Vespasiano singolarmente, da cui ebbe il diritto della cittadinanza romana, alcune terre della Giudea, e il suo proprio nome, onde poi egli fu detto Flavio Giuseppe. Anzi narra Suida (in Lex.) ch’egli ebbe ancora l’onore di una statua innalzatagli in Roma. Io passo leggermente su questi due benchè illustri scrittori, perchè essi non appartengono se non indirettamente al mio argomento. Di essi parlano più ampiamente, oltre tutti gli autori di storie e di biblioteche ecclesiastiche, il Tillemont (Hist. De Emper. t. 2, Ruine des Juifs, art. 23, 79, ec.), il Fabricio (Bibl. gr. t.3,p. i o5, 293), il Bruckero (Hist. crit. Phil. t. 2, p. 708, 797) e molti altri autori da essi allegati. III. Due altri scrittori stranieri, celebri singolarmente per opere a storia appartenenti, vissero a questi tempi, Fidone Biblio detto ancora Erennio Filone, e Flegonte nativo di Traile liberto di Adriano. Del primo non sappiamo la patria; ma di lui ci narra Suida (in Lex.) che fu circa a’ tempi di Nerone, e che visse assai lungamente. Lo stesso Suida annovera i molti libri da lui composti, uno della 111. Tra’ Grerì Erennio Filone e ilegoule.