finalmente astretto a render per assedio la città
di Jotapa, eli’ ei difendeva, predisse l’impero
a Vespasiano ed a Tito. Da essi perciò tenuto
prigione, finchè videro avverata la predizione,
e rimesso poscia in libertà, trovossi con Tito
all’assedio di Gerusalemme, di cui descrisse la
Storia. Venuto finalmente a Roma, vi fece stabil
dimora fino alla sua morte , che pare non avvenisse se non dopo il decimoterzo anno di
Domiziano; caro sempre agli imperadori, e a
Vespasiano singolarmente, da cui ebbe il diritto
della cittadinanza romana, alcune terre della
Giudea, e il suo proprio nome, onde poi egli
fu detto Flavio Giuseppe. Anzi narra Suida (in
Lex.) ch’egli ebbe ancora l’onore di una statua
innalzatagli in Roma. Io passo leggermente su
questi due benchè illustri scrittori, perchè essi
non appartengono se non indirettamente al mio
argomento. Di essi parlano più ampiamente,
oltre tutti gli autori di storie e di biblioteche
ecclesiastiche, il Tillemont (Hist. De Emper.
t. 2, Ruine des Juifs, art. 23, 79, ec.), il Fabricio (Bibl. gr. t.3,p. i o5, 293), il Bruckero
(Hist. crit. Phil. t. 2, p. 708, 797) e molti altri
autori da essi allegati.
III. Due altri scrittori stranieri, celebri singolarmente per opere a storia appartenenti, vissero a questi tempi, Fidone Biblio detto ancora Erennio Filone, e Flegonte nativo di
Traile liberto di Adriano. Del primo non sappiamo la patria; ma di lui ci narra Suida (in
Lex.) che fu circa a’ tempi di Nerone, e che
visse assai lungamente. Lo stesso Suida annovera i molti libri da lui composti, uno della
111.
Tra’ Grerì
Erennio Filone e ilegoule.