Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/420

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il vetro; e che perciò la bottega dell’artefice inventore fu interamente rovinata, perchè non si scemasse di troppo il prezzo degli altri metalli. Egli aggiugne però, che di tal fatto corse bensì voce fra molti, ma non abbastanza sicura. Abbiam dunque tre antichi autori, uno de’ quali afferma che i pezzi di vetro furon tra lor riuniti, l’altro che il vetro fu renduto duro e resistente, il terzo ch’esso fu renduto flessibile. Ma i fisici negano comunemente che alcuna di tali cose sia possibile; e io penso che miglior consiglio sia attenersi a Plinio che non ci racconta tal cosa se non come una popolar voce che allora corse.

II. Il consenso però degli antichi scrittori nel rappresentarci Tiberio vilmente invidioso, della gloria de’ più illustri artefici, ci fa co- ’ nosccre quanto poco favorevole alle arti fosse 1 il suo impero (2). Oltrechè egli principe avaro non era punto curante di una regia munificenza (Svet in Tib. c. 47); e perciò i professori delle arti non potevano sperare nè esercizio nè ricompensa del lor valore. Havvi nondimeno qualche monumento di questi tempi, che ci fa conoscere che eranvi ancora in Roma scultori illustri, e il Winckelmann rammenta (Hist. de l’Art, t.. 2, p. 280) una statua di Germanico fatta da Cleomene ateniese, eli1 era prima in (a’ Intorno allo stato delle arti sotto 1" impero di Tiberio, c de’ successori di e-so tino alle invasioni de’ Barbari, si possou vedere notizie ancor più copiose nella nuova romana edizione della stessa Storia del Winckelmann (t. 2 , p. 337 -, ec• 5 , ec. -, 3?5, ec.),