Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/443

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Jo(j LIBRO trai ano singolarmente ed Adriano sorpassarono in ciò tutti i loro antecessori. Egli è vero che la ridicolosa gelosia di Adriano di non avere alcuno a sè superiore in qualunque arte, o scienza si fosse, gli fece usare di crudeltà co«, tro alcuni de’ più valorosi artefici, e singolarmente contro il celebre architetto Apollodoro come si è detto. Ma ciò non ostante le opere magnifiche da lui (6), e prima di lui da Traiano intraprese, gli archi, le colonne, gli acquedotti, i tempj, i ponti, le ville ed altre di somigliante natura, e gli onori ed i premj accordati agli artefici più illustri, erano certamente valevoli a risvegliare l’ardore nel coltivamento delle belle arti, e il risvegliarono di fatto. Ma ciò non ostante le arti dicaddero, e vennero come le scienze sempre più degenerando dalP antico loro splendore, come fra poco vedremo. VIII. Rimane per ultimo che si annoverino alcuni dei pittori che in questo tempo furono in Roma. Un Doroteo vien nominato da Plinio (l. 35, c. 3) a’ tempi di Nerone, benchè non ci dica di qual valore egli fosse nella sua arte. Egli fa più distinta menzione di Amulio (ib.), di cui abbiam favellato nel primo tomo. A lui dice che succederono nella fama di valenti ne narra il sig. Francesco Milizia parlando dell’architetto Rabirio , di cui singolarmente si valse (Meni, degli Archit. t. I , p. 6r , td. Basa.). (a\ Adriano nelle sue fabbriche si valse molto dell’opera dell’architetto Detriano, e a lui singolarmente si attribuiscono la Mole di Adriano e il l’onle detto oggi S. Angelo (Milizia, I. vii. p. (¡7).