Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/444

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PRIMO 4i>7 pittori Cornelio Pino e Accio Prisco, i quali dipinsero il tempio dell’Onore e della Virtù riedificato per opera di Vespasiano: tra essi però, per testimonio di Plinio, Accio Prisco più dell’altro rassomigliavasi agli antichi. Finalmente nomina Plinio tra’ pittori anche Antistio Labeone (ib.) , morto di fresco, egli dice, in estrema vecchiezza, dopo essere stato pretore e proconsole ancora nella Gallia Nar« hoiiese. Egli dilettavasi di dipingere piccoli quadri; ma anzi che riceverne onore, 111 era disprezzato e deriso. Cosi Plinio. Il P. Arduino pensa (in Ind Auctor. post 1 l. Plin) che questo Antistio Labeone sia il giureconsulto di cui altrove abbiamo parlato; ma & s’egli era morto poco prima che Plinio scrivesse, extinctus nuper, per quanto lunga fosse stata la sua vecchiezza, parmi difficile ch’egli fosse vissuto anche parecchi anni sotto Augusto, a’ cui tempi era certamente vissuto il giureconsulto, e in tale età che, come si è detto, avrebbe potuto essere innalzato al consolato. Comunque sia, a lui poco onorevole fu la pittura, o perchè non vi riuscisse molto felicemente, o perchè non si stimasse cosa conveniente a un uomo autorevole ed esercitato ne’ magistrati l’occuparsi in tal arte. IX. Le lodi che Plinio dà ad alcuni de’ mentovati pittori, potrebbono persuaderci che qne- , st’arte fosse allora nella sua perfezione in Roma. Ma egli medesimo troppo chiaramente ci mostra il contrario. Perciocchè dopo aver parlato dell’onore che alcuni imperadori renderono a certe più egregie pitture, dice - Hactcnns dictutn