Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/48

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preliminare 11

da tai fatti si può dedurre. Ma egli ne trae che alle cagioni fisiche ciò deesi attribuire. A provare però che queste ne siano la ragione, non bastan certamente tai fatti. Egli pretende che come il diverso clima molto influisce sulla diversità dell’indole e dell’ingegno, nel che non troverà chi gli contradica, così nel paese medesimo per molte diverse circostanze possa in diversi tempi cambiarsi clima 5 e che quindi possa un secolo essere più d’un altro fecondo in uomini grandi e in grandi ingegni. Questo ancora è probabile. Ma basta egli ciò a spiegare la decadenza degli studj? Seneca, Lucano, Marziale son certamente scrittori inferiori a Cicerone, a Virgilio, a Catullo. Ma dirà egli l’ab. du Bos che avessero minor ingegno di quelli? Anzi noi leggendo le lor opere veggiamo con dispiacere che ingegni così preclari tanto declinassero dal buon sentiero. Dirà egli che il Marini fosse in ingegno inferiore ad alcun de’ poeti che l’aveano preceduto? E tanti di que’ sacri oratori dello scorso secolo, che co’ loro concetti, colle ardite metafore, e con altre sì fatte ridicolose stranezze ci muovono alle risa, non veggiam noi insieme che uomini essi erano di grande ingegno, e che se i migliori esemplari si fosser proposti a modello, divenuti sarebbono valentissimi oratori? Non sappiamo noi pure di molti che dopo aver per qualche tempo seguito il cattivo gusto del secolo precedente, fatti accorti del lor traviamento, divennero eccellenti scrittori? E lo stesso ab. du Bos non narra egli che l’Holbeins divenne pittor migliore di assai dopo aver veduti