Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/481

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se 444 treno averle antiposte a quelle ancor di Virgilio (Stor della Poes. t. 2, p. 609); ma nè egli cita. i,.\ io trovo in qual luogo abbia egli recato un sì travolto giudizio; e parmi strano ch’ei l’abbia recato, perchè in un luogo egli dice apertamente che Calpurnio non ha il merito di Vir. gilio (Discours sur la nature de l’E gl. 1, 4 (Oevr. Paris, 1742,p 148); benchè in un tal passo di cui ragiono, creda che Calpurnio sia stato più di Virgilio felice non già nell’espressione, ma nel pensiero. Calpurnio fu in sì gran pregio in alcune delle età trapassate, che veniva nelle pubbliche scuole proposto ad esemplare di poesia. Così afferma il Giraldi, il quale però saggiamente non ne reca sì favorevol giudizio: Bucolica hic scripsit, quae extant, et a multis leguntur probanturque. Ego certe in eo facilitatem et sermonis volubilitatem, sed parum interdum nervi et concinnitatis offendi Fuit quidem, cum ego eas omnes septem Eclogas avidissime legerem; nam et me puero magni quidam professores, ut tunc erant tempora , eas etiam publice praelegebant (De Poetis Hist. dial. \). Il qual sentimento si può ugualmente adattare a Nemesiano ancora. V. Alcuni altri poeti troviam nominati presso gli antichi autori, de’ quali però non ci è rimasta cosa alcuna; nè io credo che abbiamo a dolercene molto. Gellio rammenta un Anniano (l. 7, c. 7) poeta, com’egli dice, di leggiadro ingegno, e nelle antichità erudito, e dotato innoltre di una maravigliosa facilità di parlare; e un Giulio Paolo, cui dice uomo a sua memoria dottissimo (l. 1, c. 22; l. 5, c. 4); e