Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/503

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4(36 LIBRO conservare. L’unico scrittore di questi tempi che ancor abbiamo, e che in qualche modo appartiene agli scrittori di storia, è Censorino il quale nella sua operetta de Die Natali molte questioni ha trattato, che a rischiarare la crolonogia e la storia giovano mirabilmente, e che perciò dal P. Petavio vien detto (De Doctr. Temp. l. 9, c. 45) auctor omnium judicio probatissimus ac diligentissimus in egregio nec unquam satis laudato opere de Die Natali, ec. Viveva egli e scriveva il suo libro, come attesta egli stesso (c. 21), l’anno di Roma 991 ossia dell’era cristiana 238, regnando il terzo Gordiano. Sembra ch’egli a qualche.onorevole dignità fosse sollevato in Roma; perciocchè indirizzando il suo libro a Q. Cerellio, confessa di essere a lui debitore della dignità, dell’ 0nore e di tutti gli agi di cui godeva. Di lui parla ancora con lode Prisciano, e il chiama uomo dottissimo in gramatica (l. 1), e ne rammenta ancora un libro sopra gli Accenti, di cui fa menzione il celebre Cassiodoro (l. de Geometria, et l. de Musica). Lo stile però di Censorino è qual conveniva all’età in cui scrisse , lontano assai dall’antica eleganza , e sparso di parole nuove e non più usate, effetto dell’affollato concorrere che facevano a Roma gli stranieri d’ogni nazione, che i lor costumi e la lor lingua comunicavano ai Romani. Io aggiungerò qui ancora Giulio Obsequente autore di un libro de’ Prodigi avvenuti in Roma e altrove, eli’ egli raccolse singolarmente da Livio, usando spesso ancora delle stesse parole. Non si sa precisamente a quale età ei vivesse,