Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/513

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47*5 LIBRO che appartiene allo stile, è uno dei più cojtscrittori che abbia la lingua greca; ma in ciò che appartiene a fedeltà di storico, molti in lui la vorrebbon maggiore; ed oltre i prodigi ch’egli seguendo il comun pregiudizio ciecamente adotta, le accuse con cui egli ha cercato di oscurar la fama di Cicerone, di Cassio di Seneca e di altri avuti fra’ Romani in grandissima stima, pare che cel dimostrino o bugiardo calunniatore, o scrittore non bene informato. Non è qui luogo a cercare se i mentovati personaggi fosser rei di que’ delitti ch’ei loro oppone; e quanto a Seneca, abbiam già mostrato di sopra ch’ei non era certo quel santissimo uomo che da alcuni si è creduto. Ma checchessia di ciò, egli è verisimile che Dione seguisse scrivendo le voci che vedeva allora più comunemente sparse e ricevute in Roma; e perciò sembra che se egli scrisse il falso, debba dirsi scrittore credulo anzichè maligno calunniatore. E a dir vero, gli onorevoli impieghi da Dione sostenuti anche a tempo di ottimi imperadori, e singolarmente di Alessandro, sono argomento della stima in cui dovea egli essere d’uom saggio e onesto. Suida rammenta (in Lex.) alcune altre opere di Dione che sono interamente perite, delle quali, e di tutto ciò che appartiene a questo scrittore, veggasi il Fabricio (Bibl. gr. l. 4, c. 10). X. Erodiano, di cui abbiamo otto libri in greco della Storia romana dalla morte di M. Aurelio fino al regno de’ Gordiani, fiorì egli pure a questi tempi. Egli dice di narrar cose ch’egli stesso avea vedute e udite, e in molte delle