Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/516

Da Wikisource.

SECONDO 4?9 p0trìi allora ammettersi senza perieoi di errore, pare nondimeno che l’Eliano scrittore della Storia Varia fosse certamente romano, perciocchè in un antico codice di essa, che conservasi nella Biblioteca Laurenziana, e di cui fa menzione l’eruditissimo canonico Bandini bibliotecario della medesima, nel titolo si legge: Aeliani Romani (V. Cat. Bibl. Laurent, t. 1, PXI. Io non parlo qui nè di Diogene Laerzio autor delle Vite de’ Filosofi antichi, nè di Polieno scrittore di otto libri degli Stratagemmi de’ gran capitani, nè di alcuni altri men celebri storici greci che vissero a questi tempi medesimi; perciocchè io non trovo fondamento bastevole ad affermare ch’essi vivessero in Roma. Conchiuderò dunque ciò che appartiene agli storici di questa età, riflettendo che in questo studio ancora i Greci ch’erano in Roma, andarono innanzi a’ Latini; perciocchè di questi, se se ne tragga Giustino, di cui non è ancora ben certo se vivesse di questi tempi, non vi è storico alcuno che per eleganza di stile, o per arte di narrazione sia degno di molta lode. Tra’ Greci al contrario quasi tutti que’ che abbiam nominati, si hanno in pregio di storici eleganti e colti. Nè è a stupirne. Questi venivano a Roma singolarmente per acquistarvi fama co’ loro studj, e a questi perciò si applicavano seriamente; e scrivevano in un linguaggio che, non essendo in Roma il linguaggio del volgo, non soffriva quelle vicende e que’ danni che il miscuglio di tante genti straniere recava alla lingua latina. I Romani XI. Per qual ragione gli storici greci siati migliori de1 latini.