Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/527

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4f)0 LIBRO mai stabil dimora. Il Tillemont (in Anton.art. 15 e alcuni altri pensano ch’ei sia quel medesimo Claudio Massimo che fu maestro di Marco Aurelio; ma altri il negano, e fra essi il Bruckero (t 2r p. 177); perciocchè Massimo Tirio fu platonico, e Massimo precettor di M. Aurelio si dice stoico. IX. Oltre questi più insigni filosofi greci, alcuni altri ne troviam nominati nelle Storie di questi tempi, e singolarmente Apollonio nativo di Calcide, o secondo altri di Calcedonia, stoico di professione, il quale fu da Tito Antonino chiamato a Roma per istruire Marco Aurelio. Ma egli diede ben a conoscere la stoica sua alterigia; poichè avvisato da Antonino di venirsene alla Corte per dare le sue lezioni, superbamente rispose che il maestro non dovea già andare al discepolo, ma si il discepolo al maestro; a cui sorridendo Antonino, è stato dunque, soggiunse, più facile ad Apollonio il venir da Calcide a Roma, che il portarsi dalla sua casa alla Corte. Così racconta Giulio Capitolino (in Anton, c. 10), il (quale soggiugne che nello stipendio ebbe ancora Antonino occasion di conoscere la non troppo filosofica avarizia di Apollonio. Marco Aurelio nondimeno anche di questo suo maestro parla con lode (De Reb. suis l. 1); e da ciò che narra altrove Capitolino (in M. Aur. c. 3), raccogliesi ch’egli cedette all’alterigia del suo maestro, andando egli stesso alla casa ove esso abitava, ancor quando già era ornato dell"imperiai dignità. Aggiungasi un certo Stilione filosofo che vedesi nominato tra’ maestri di Alessandro Severo (Lampr. in Alex.