Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/529

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XI. Scrittori di agricoltura. 4P2 MBRO ottenutane (l. 7 de Offic. Procons.). Ma io mi maraviglio che questo dotto scrittore non abbia posto mente a ciò ch’egli stesso scrive non molto dopo (art. 17), cioè che è probabile che la citata opera fosse da Ulpiano composta innanzi al regno di Alessandro, e che perciò non può recarsene l’autorità per riguardo a’" tempi in cui questo imperadore occupava il trono. D’Alessandro però soggiugne ancora Lampridio , che geometriam fecit; e pare quindi che qualche cognizione egli avesse di questa scienza, seppure non fu aneli’ essa rivolta alle superstiziose osservazioni del cielo. Nè altra monumento abbiam nelle storie di questi tempi, che appartenga agli studj della matematica; e solo veggiamo in ogni parte gli astrologi impostori continuare colle lor frodi ad ingannare gli uomini. Così troviamo che gli astrologi consultati furono da Settimio Severo (Spari.inSev. c. 2,4); che essi predissero un ugual corso di vita ad Antonino figliuolo di Marco Aurelio che a Comodo suo fratello, benchè poscia Antonino morisse fra poco tempo (Lampr. in Comm. c. 1); che pronosticarono ancor l’impero a’ tre Gordiani (Capit, in Gordian. c. 20), ed altre somiglianti sciocchezze che buonamente credevansi da coloro a cui gli astrologi le imponevano, e spesso ancor dagli storici che ne rammentavano i successi. XI. Accennerò qui finalmente i nomi di due scrittori d’agricoltura, che probabilmente vissero circa questi tempi, benchè nulla si possa intorno ad essi accertare, cioè Siculo Flacco, e Aggeno Urbico. Del primo abbiamo parte di