Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/530

Da Wikisource.

un’opera da lui scritta De conditionibus agrorum: del secondo abbiamo parte de’ suoi comentarii sul libro attribuito a Frontino De limi ti bus agrorum, e di un trattato De controversiis agrorum. Esse sono inserite nelle Raccolte degli antichi scrittori d’agricoltura (V.Fabr. Bibl. lat. l. 4 > c. 11).

Capo VI.

Medicina.

I. Se le circostanze de’ tempi furono spesso in quest1 epoca favorevoli alla filosofia, nulla, meno il furono alla medicina. E nondimeno,1 come ciò non ostante la filosofia si giacque tra’ Romani abbandonata e negletta presso la maggior parte, così ancora la medicina non ebbe in Roma que’ felici progressi che aspettar si potevano. I medici che per l’addietro vi avean fiorito, erano in gran parte stati impostori che niun altro studio aveano coltivato e esercitato tanto, quanto quel d’ingannare. La venuta di Galeno a Roma, e il lungo soggiorno che egli vi tenne, pareva che risvegliare dovesse il comun fervore nello studio di arte sì importante, e che molti ei dovesse avere imitatori e seguaci. Ma non veggiamo che tra’ Romani vi fosse alcuno che in essa si acquistasse gran nome. Di questo celebre medico non mi tratterrò io a descrivere lungamente la vita. Si può vedere quella che ne ha scritta il P. Labbe, che dal Fabricio è stata ancora inserita nella sua Biblioteca greca (t. 3, p. 509), la Storia