Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/550

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Capo IX.

Biblioteche.

I. Da questo Capo ancora dobbiamo necessariamente spedirci in poche parole, poichè appena troviamo di questi tempi, in ciò che appartiene alle romane biblioteche, cosa alcuna che degna sia di memoria. L’impero di Comodo fu fatale a quella ch’era contigua al tempio della Pace, di cui abbiamo parlato nell’epoca precedente. Un orribile incendio che d’improvviso si accese, tutto ridusse in cenere quel vasto tempio che, come dice Erodiano (Hist. l. 1, c. 44); era il più magnifico e il più ricco che fosse in Roma. Col tempio fu incendiata ancora l’annessa biblioteca. Galeno si duole che in tao’occasione molti de’ libri da lui composti che ivi si conservavano, perirono miseramente (De Librispropr.), e, ciò che fu assai peggio, quasi tutte le scritture appartenenti ali’impero furon consunte dal fuoco (Dio l. 72). E forse altre biblioteche ancora in questa occasione divennero preda delle fiamme, poichè Erodiano aggiugne eli’ esse dal tempio della Pace si sparsero anche altrove, e molte parti della città distrussero per due giorni. Certo è che Vopisco, il quale andava diligentemente raccogliendo quelle notizie che alla sua Storia eran necessarie, di altre biblioteche non fa menzione che della Ulpia, cioè di quella di Trajano (in Aureliano c. 1; in Tac, c. 8), di cui dice che a suo tempo era nelle Tiraboschi, Voi. II. 33