Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/56

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preliminare 19

come è certo che diverso temperamento richiedesi a formare, a cagion d’esempio, un filosofo, e diverso a formare uno scultore; così lo stesso clima e l’aria e l’esalazioni medesime difficilmente potranno formare a un tempo stesso e filosofi e scultori eccellenti. XIV. Or poichè le cause morali comunemente addotte dagli scrittori, e molto meno le fisiche, non possono, generalmente parlando, recarsi a sufficiente e universale ragione del decadimento degli studj, dovrem noi credere che sia impossibile l’assegnarne una vera ragione? Io penso veramente che non si potrà mai determinare la vera origine delle vicende della letteratura, finchè diligentemente non si separin le cose, e non si esamini in che consista il decadimento degli studj, e i diversi generi e le circostanze diverse si osservino del medesimo decadimento. Questo si considera comunemente come un solo effetto di una sola cagione, ovvero di più cagioni, ma insieme unite e cospiranti al medesimo fine. Or io penso che finchè si terrà di ciò ragionamento così in generale, non si potrà mai accertare la vera ragione di tal decadenza. Convien dunque entrar più addentro in questo difficile argomento, e vedere in quante maniere possano decadere gli studj e le arti. E a me pare che in tre diverse maniere possa ciò avvenire. In primo luogo, se gli ingegni e i talenti degli uomini siano in un tempo men penetranti e vivaci che in altri; in secondo luogo, se gli uomini , benchè forniti di acuto ingegno, e dalla natura disposti a divenire nelle lettere e nelle arti eccellenti, nondimeno e in »