Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/591

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554 LIBRO principe degli Apostoli. Ma non vi ha alcun tra’ moderni che non sappia ch’esse falsamente se gli attribuiscono (V. Ceilliert. 2,p. 573-, t. 3, p. 282). Lo stesso dicasi di S. Cornelio e di S. Stefano, del primo de’ quali abbiamo ancor qualche lettera , del secondo solo qualche frammento (Ceillier t. 1 , p. 598). Cosi ancor io passerò sotto silenzio que’ molti che nati in paese straniero vennero e dimorarono per alcun tempo in Roma , come S. Policarpo, S. Giustino, S. Ippolito ed altri; ed alcuni capi delle antiche eresie, quali furono Valentino, Marcione, Taziano ed altri quasi tutti stranieri che vennero a Roma a spargervi i loro errori. Io non seguirò dunque l’esempio degli scrittori della Storia letteraria di Francia, a’ quali basta che uno vi abbia, per così dire, posto una volta il piede, perchè il contin tra’ loro; ma ristringerommi a que’ soli che furono veramente italiani, e che coToro scritti alle scienze o sacre o profane recarono ornamento. VII. Ma a dir vero, assai poco è quello che ne possiam rammentare. Il pontefice S. Sotere nativo di Fondi in Terra di Lavoro, e sollevato alla sede apostolica l’an 168, avea scritto un libro contro l’eresia de’ Catafrigi, di cui era autore Montano, come afferma l’antico autore che col nome di Predestinato è stato pubblicato dal P. Sirmondo (n. 26), al qual libro avea risposto Tertulliano lasciatosi miseramente avvolgere nell’errore di questa eresia (ib. n. 86); ma nulla ce n’è rimasto. Il P. Ceillier nondimeno fondato sulla cronologia e sul silenzio di S. Girolamo e di Eusebio, erede, e