Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/596

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TERZO 55t) Quindi mi sembra di aver sufficiente ragione a registrarlo tra gli scrittori italiani, uguale almeno a quella che gli Africani possono avere di registrarlo tra’ loro. X. Non è parimenti ben certo s’ei nascesse di genitori cristiani, o se fosse prima per alcun tempo idolatra. Alcuni, e tra essi gli scrittori della Storia letteraria di Francia, che secondo il loro costume lo hanno annoverato tra gli scrittori francesi, perchè visse per alcuni anni e morì in Francia, dicono (t 1, part. 2, p. 66) che egli abbracciò la religione cristiana in Nicomedia, ove era stato chiamato a’ tempi di Diocleziano per tenervi scuola di eloquenza; e che dopo averla abbracciata cessò da questo esercizio. Ma il dotto P. le Nourry afferma (Appar. ad Bibl. PP. t. 2, diss. 3, c. 1) di non aver trovata in Lattanzio parola alcuna da cui si possa raccogliere che egli sia stato per alcun tempo idolatra. Lo scarso numero di scolari che in Nicomedia egli avea a cagione probabilmente della lingua latina poco curata in una greca città, il fè rivolgere a scriver libri , per cui assai più che per la sua scuola divenne celebre. Chiamato quindi nelle Gallie ad istruirvi il giovane Crispo primogenito di Costantino, vi passò il rimanente della sua vita, e vi morì in estrema vecchiezza circa l’an 325. Intorno a che e alle altre cose che a lui appartengono , sì veggano singolarmente i suddetti autori della Storia letteraria di Francia , il P. Edoardo da S. Saverio da noi inem tovato poc1auzi, e il P. Ceillier (t. 3 f p. ò8~), x. Notine della sua vita.