Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/689

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65a libro indirizzato, e un altro pure gliene indirizza* amendue i quali poemi però sono periti; l’altra di Costantino a Porfirio, in cui lo ringrazia di un di questi due poemi, e gli dà il nome di suo caro fratello. Porfirio, per mezzo del poema che ci è rimasto, ottenne il perdono come afferma S. Girolamo (in Chron.); e il Tillemont pensa (in Constantino art. 61) ch’ei sia quel Publio Optaziano che due volte fu prefetto di Roma gli anni 329 e 333. Alcuni hanno credulo eli’ ei fosse idolatra, benchè egli nel suo poema si finga cristiano , usando della croce, e parlando de’ cristiani misteri, e di quello singolarmente della Trinità; ma par difficile che un idolatra portasse la finzione a tal segno. Lo stesso Tillemont pruova diffusamente (note 52 sur Constantin.) che questo poema fu composto l’anno 326. Esso prima d’ogni altro è stato pubblicato da Marco Velsero, e poscia inserito nella Raccolta de’ Poeti fatta dal Maittaire, e in quella più recente pubblicata in Pesaro. IX. *< Benché di patria spagnuolo, e nato in Saragozza l’anno 348 secondo la più comune opinione, non deesi però omettere il celebre poeta Aurelio Clemente Prudenzio; perciocchè, fatti i primi studj in patria, sen venne a Roma ove esercitossi nel trattare le cause, e salì poscia a cospicue dignità. Non si può dire ch’ei fosse il primo poeta cristiano; ma fu certamente il primo che de’ misteri cristiani trattasse in versi ampiamente, e, possiamo anche dire, elegantemente riguardo a que’ tempi. Le poesie di Prudenzio si risenton del secolo a cui