Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/710

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quarto 670 filosofiche sette non altronde noi li sappiamo, che dalle Opere degli scrittori ecclesiastici. Cosi ¡1 propagamento della religion cristiana non che esser dannoso, come alcuni ingiustamente affermano , a’ progressi nelle scienze, giovò anzi molto al loro coltivamento e alla lor perfezione , facendo palesi le tenebre e l’ignoranza in cui sulle più importanti quistioni erano stati fino a quel tempo i più illustri filosofi. Noi abbiam già annoverati quelli tra gli scrittori ecclesiastici che con tali Opere si renderon più illustri. Ma un altro filosofo cristiano vuolsi qui nominare, di cui, benchè non abbiam alcun libro, sappiam nondimeno che negli studj filosofici era forse più di qualunque altro a questi tempi versato. Questi è il celebre Mallio Teodoro. L’Argelati conghiettura , e non senza probabile fondamento, ch’ei fosse milanese di patria (Bibl. Script, mediol art. Flagrius, et in append. art. « Manlius). Egli afferma che in Milano vedesi ancora nella basilica di S. Ambrogio l’iscrizione posta al sepolcro di Mallia Dedalia da Teodoro suo fratello, che non pare diverso dal nostro: Martyris ad frontem, recubent quae membra sepulcro, Ut, Lector, noscas, est operae pretium. Clara genus , censu pollens, et mater egentum , Virgo sacrata Deo , Manlia Daedalia , Quae mortale mini mortali in corpore volvens , Quo peteret coelum semper amavit iter. Sexaginta annos vicino limite tangens Rettulit ad Christum celsa per astra gradum. Haec Germana tibi Theodorus frater , et haeres Quae relegant olim saecla futura, dedi. Tiraroschi, Voi. II. 43