oratori e poeti, signoreggiavane allora una gran
parte: i loro libri si spargevano facilmente, il
loro gusto si comunicava; e come sembra che
i sudditi facilmente si vestano delle inclinazioni
e de’ costumi de’ loro signori, gli Italiani divennero, per così dire, Spagnuoli. A confermare
un tal sentimento io aggiugnerò una riflessione
che parrà forse aver alquanto di sottigliezza,
ma che è certamente fondata su un vero fatto.
La Toscana, ch’era più lontana dagli Stati di
Napoli e di Lombardia da essi dominati, fu la
men soggetta a queste alterazioni; come se il
contagio andasse perdendo la sua forza, quanto
più allontanavasi dalla sorgente onde traeva l’origine. Non potrebbesi egli ancor dire che ciò
concorresse non meno al primo dicadimento
delle lettere dopo la morte di Augusto? Marziale , Lucano e i Seneca furon certamente
quelli che all’eloquenza e alla poesia recarono
maggior danno; ed essi ancora erano spagnuoli; e il clima sotto cui eran nati, congiunto
alle cagioni morali che abbiam recate, potè
contribuire assai a condurli al cattivo gusto
che in essi veggiamo..
XXVIII Ma il cattivo gusto del secolo scorso
non è durato che circa un secolo; al contrario
quando si introdusse in Roma dopo la morte
di Augusto, vi si mantenne assai più lungamente , e per tanti secoli i buoni studi
proposizione; ed araendue le vedrà il sig. ab. LamjuIIas
da ine lungamente provate in questa mia Dissertazione.
Or io sfido il più sottile dialettico a trovare in queste
due proposizioni la piìi lieve idea di contraddizione