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42 dissertazione

andarono ognor più decadendo, non solo scemandosi sempre più il fervore nel coltivarli, di che già si è favellato, ma guastandosi ognor più ancora il buon gusto e lo stile. Fatto degno d’osservazione, e di cui conviene esaminare attentamente l’origine e le cagioni. Quando nello scorso secolo era sì infelice il gusto della letteratura che dominava in Italia, si coltivavano nondimeno le lettere con impegno nulla minore di quello che si fosse fatto nel secolo precedente, come già si è detto; e le stesse cagioni a un dipresso che aveano allora acceso un tale ardore, proseguivano a mantenerlo vivo ed ardente. Correvano gli uomini la via degli studj, ma la correvano per un falso sentiero, o perchè per amore di novità e di gloria si erano distolti dal buon cammino, o perchè avean preso a seguire cattive guide. Ma pur la correvano, e solo sarebbe stato d’uopo che o da se medesimi conoscessero il mal sentiero su cui si erano messi, o che alcuno amichevolmente li facesse avvedere del loro errore. Le buone guide lor non mancavano; autori ottimi di ogni maniera, su’ quali studiando si sarebbon fors’anche renduti loro uguali: ma questi erano dimenticati; e benchè, direi quasi per umano rispetto, si dicesse ancora che Cicerone, Livio, Catullo, Virgilio erano i migliori autori, davasi però una segreta preferenza, e con più piacer si leggevano Seneca, Tacito, Marziale, Lucano ed altri somiglianti scrittori. Si cominciò finalmente ad aprire gli occhi. Alcuni non temerono di andar incontro a’ pregiudizi volgari; gridarono ad alta voce che non