Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/88

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ricevuti con plauso , tutti erano letti con ammirazione, perchè tutti erano autori che per lunghissimo tempo erano stati quasi interamente dimenticati. Quindi il leggersi, direi quasi. tumultuariamente e alla rinfusa gli autori antichi senza abbastanza discernere i più e i meno perfetti, era cagione che si usasse uno stile che non fosse simile ad alcun di essi in particolare, ma un informe composto di molti stili, or elegante, or incolto, or dolce, or aspro, secondo i diversi autori sui quali uno si era promiscuamente formato.

XXXIV. Inoltre le copie che si avevano de’ buoni autori, erano comunemente guaste e scorrette per negligenza e per ignoranza de’ copiatori; e poteva perciò di leggeri accadere che gli error de’ copisti si credessero eleganze degli autori, e che si avessero in conto di grazie , onde ornare lo stile. In fatti le prime edizioni ancora che si hanno per la lor rarità in sì gran pregio, sono spesso piene di errori; e non si potè avere puro e sincero il testo di molti autori, se non dappoichè ripescando da ogni parte codici manoscritti si confrontaron tra loro, e si conobbe, o almeno s’indovinò, ciò che gli autori avessero detto. Per ultimo la lingua latina non era ancora stata ridotta, come già si è osservato, a regole fisse e a determinati generali principii, come poscia da molti gramatici si è fatto lodevolmente. Quindi, come avviene a chi ha bensì fatto lungo ed attento studio su’ buoni scrittori italiani, ma non sulle generali leggi della lingua medesima, ch’egli scrivendo sparga qua e là parole e frasi da

xxxiv. Altre cugio11 i del medesimo l’alto.