Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/130

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PRIMO Gy

  • >serc:‘alo nel verseggiare; ma poichè fu arrolato

nel clero, a persuasion di Partenio prese argomento sacro alle sue poesie, e scrisse in due libri la Storia apostolica che ancor ci rimane, a cui premise un’elegia allo stesso Partenio. Dalle annotazioni aggiunte a’ sopraccennati codici antichi si raccoglie ch’egli offerì questi suoi libri al papa Virgilio, e che furon letti pubblicamente più volte, e uditi con sommo applauso nella chiesa di S. Pietro a’ Vincoli l’anno terzo dopo il consolato di Basilio, ossia l’anno 544; e che il PaPa ordinò ch’essi fossero conservati nell’archivio della Chiesa romana. Questo sì grande applauso ci mostra quanto facilmente si acquistasse allora il nome di valoroso poeta. Non si può negare però che i versi di Aratore non siano un po’ migliori di quelli d’altri poeti di questo tempo. Egli morì secondo alcuni l’anno 556; secondo altri l’anno 560; la qual quistione non è di sì grande importanza, che ci dobbiam trattenere a esaminarla. XI. In somiglianti sacri argomenti si esercitò Rustico Elpidio medico di Teodorico, e da lui onorato della dignità di questore, e del titolo d’illustre, di cui abbiamo xxiv Epigrammi su altrettanti fatti dell’Antico e del Nuovo Testamento, e un componimento in versi esametri su’ beneficj del Redentore. IlFabricio però vuole -(Bibl. lat. med. et infim. aetat. t. 2, p. 93, ed. Patav.) che il medico Elpidio sia diverso dal poeta. Così pur Godelberto prete che credesi vissuto a questi tempi medesimi (V. Fabr. t. 3 ib. p. &67). e di cui pure abbiam alcune poesie