Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/132

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PKIMO ri creile il Muratori, verso la metà del vi secolo. Il dir ch’egli fa che innanzi alla sua conversione era notaio, ha fatto credere, e parmi a ragione, allo stesso autore ch’egli abbracciasse la vita monastica. Di lui abbiamo una Storia de’ Goti, che è un compendio di quella ampia fatta da Cassiodoro. Di essa e dell autore veggasi lo stesso ch. Muratori nell’erudita prefazione da lui premessa alla nuova edizione che egli ne ha fatto (Vol. 1 Script. rer. ital.). Giornande fa menzione di un certo Ablabio (c. 4, 14? ec.), e dice che avea egli pure egregiamente e sinceramente scritta la Storia de’ Goti, di cui nulla ci è pervenuto. I Ravennati il pongono tra’ loro scrittori: ma il ch. P. abate Ginanni confessa (Scrittori ravennati t. 1, p. 9) che non ve ne ha alcun certo argomento. Sappiamo ancora che S. Massimiano vescovo di Ravenna, il quale secondo il parere del P. Bacchini fu sollevato a quella sede l’anno 546, avea scritta una Cronaca sul modello di quelle di S. Girolamo e di Orosio. Agnello, scrittor delle Vite de’ Vescovi di Ravenna, ne reca un frammento (l. Pont.), e aggiugne ch’egli avea ancora ordinati e fatti scrivere con gran diligenza i libri tutti appartenenti all’uso della sua chiesa. Di lui veggasi il sopraccitato P. Ginanni (Scritt. rav. t. 1, p. 35). Alcuni hanno attribuito a S. Dazio arcivescovo di Milano a questi tempi una Cronaca che in qualche codice ne porta il nome; ma dopo varie contese su quest’argomento il ch. Muratori ha con tai ragioni provato ch’essa non è diversa da quella che scritta fu da Landolfo il vecchio nel secolo xi (V’. praef.