Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/135

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ni. Suoi studj. ed elogi fattine da Cas«iodorA. 7 4 LIBRO amciulue i suoi figli al medesimo tempo onorati delle consolari insegne (ib. l. 2, prosa 3). .Alcuni hanno pensato che i due figliuoli di Boezio fossero Patrizio e Ipazio che furon consoli l’anno 500, e fra gli altri così ha affermato il ch. proposto Gori (Thes. Diptych. t. 1, p. 17(1); ma egli è certo che que’ due nulla appartengono a Boezio, il che oltre altre pruove raccogliesi dal sapersi di’ essi furon consoli in Oriente (Murat. Ann. d’Ital. ad an. 500). Nella distinzione de’ diversi Boezj non ha usata la consueta sua diligenza, nè è stato abbastanza coerente a se stesso il ch. Muratori. Perciocchè egli in un luogo (ib. ad an. 487), dopo avere saggiamente osservato che il Boezio console l’anno 487; non potè essere il filosofo, dice che questi fu certamente console l’anno 522. Ma poscia altrove (ib. ad an. 510) afferma che il filosofo fu console l’anno 510, e che (ib. ad an. 522) il Boezio console l’anno 522 fu di lui figlio. I quali piccioli nei di sì erudito scrittore io ho creduto di dover rilevare e qui ed altrove, quando ne abbia occasione, perchè si vegga che anche i più dotti uomini son talvolta soggetti a contraddizioni e ad errori, e per ottenere a me stesso un cortese compatimento da chi legge questa mia Storia, ove a me ancora tanto ad essi inferiore avvenga d’inciampare talvolta. Ma non sono le dignità di Boezio, ma sì gli studj da lui fatti che debbonsi da noi esaminare con maggior diligenza. IH. Tra le Lettere di S. Ennodio alcune ne abbiamo scritte a Boezio; e da una di esse raccogliesi (l. 8, ep. 1) che gli era stretto di