Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/153

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X. Elogio di Simmaco suorero d i Boezio. 93 LIBRO X. Simmaco, suocero di Boezio. ucciso egli pure l’anno seguente 525 sotto falsi pretesti per ordine di Teodorico, era coltivator diligente de’ filosofici studj; e perciò abbiam di sopra veduto che l’Anonimo Valesiano parlando di amendue questi celebri uomini, dice che niuno era più di essi versato nella filosofia. Discendeva egli dal celebre Simmaco prefetto di Roma, di cui abbiam parlato nell’epoca precedente. Boezio ne parla con lode a lui dedicando i suoi libri del Sillogismo Ipotetico, e que’ della SS. Trinità. Così pure veggiam nominato da Boezio con molta lode un cotal Patrizio retore, a cui egli dedicò i suoi Comenti! su’ Topici di Cicerone, e ch’è probabilmente lo stesso a cui egli dedicò parimenti i suoi libri geometrici, chiamandolo l’uomo il più esercitato a’ suoi tempi nella geometria. Nè dell’uno nè dell’altro però non sappiamo che lasciassero monumento alcuno del loro sapere. Anzi ci corn ioli confessare che niun’altra cosa ci rimane qui ad aggiugnere de’ filosofi e de’ matematici di questo tempo. Se Cassiodoro e Boezio fosser vissuti a più lieti e più pacifici tempi, sembra certo probabile che i loro sforzi nel risvegliare gli animi al coltivamento de’ buoni studj avrebbero avuto felice successo. Ma le guerre, le desolazioni e le stragi che sopravvennero, randerono affatto inutili i loro desiderj; e l’Italia tornò ad esser sommersa, e più profondamente di prima, nella barbarie e nell’ignoranza, da cui questi due grandi uomini cercato aveano di liberarla.