Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/171

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I 10 LIBRO frammischiando poca calce, e pulitamente commettendo. In questa magnificenza stessa però de’ bassi tempi veggonsi, come il medesimo autore confessa, i difetti che chiamansi di architettura gotica, cioè i sesti acuti degli archi, e l’irregolarità de’ capitelli e delle colonne. Or io osservo clic questi difetti, e quelli singolarmente che sono i più frequenti a vedersi nelle «archilei ture che diconsi gotiche, erano in uso fin da’ tempi de’ Goti. E primieramente, se è vero ciò che il ch. ab. Frisi afferma (Sag. sull’Archit. got.), che uno de’ primi esempj di archi continuati sopra le colonne isolate, invece di congiugnerle , come più anticamente si usava, cogli architravi, sia nella chiesa di S. Vitale in Ravenna cominciata, dic’egli, sotto il regno di Amalasunta, noi veggiamo in ciò un notabile cambiamento, e un principio di decadenza nell’architettura. Io guarderommi bene però dall’affermare che tale o tal altra fabbrica ancora esistente sia opera de’ Goti. Mi esporrei in tal guisa.a pericolo di rinnovare una guerra accesa non ha molt’anni in Italia, per cui si sono veduti uscire animosamente in campo valorosi guerrieri armati di assai grossi volumi a provare che un tal edificio fu opera de’ Romani , non già de’ Goti, ed altri il contrario sostener francamente che fu opera de’ Goti, non già de’ Romani. Io temo troppo l’espormi a sì calde mischie, e perciò sarò pago di recare un passo di Cassiodoro, da cui parmi che si possa raccogliere che l’architettura ai tempi de’ Goti venne degenerando. Egli dunque in una sua lettera lodando le maraviglie dell’arte, fa espressq