Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/178

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PRIMO tratta a lungo di questo argomento (Ep. de Aedificiorum urb. Romae eversoribus, t. 4 Thes. Antig. rom. Graev.). Alcuni però degli obelischi, degli archi e di altri cotai monumenti, dirò così, isolati, è probabile che fossero in tali occasioni atterrati, o guasti (14). VIII. Frattanto l’arte della scultura ancora e della pittura erasi conservata in Italia; ma amendue in quel decadimento ch’era necessario ad avvenire in questi tempi, nei quali il cattivo gusto già introdotto nell* età precedenti, e le universali sciagure non permettevano alle arti di sorger di nuovo all’antico loro onore. Molte statue furono innalzate a Teodorico e in Roma e in Ravenna e altrove, e abbi am veduto che Rusticiana moglie del famoso Boezio fu accusata di aver fatte atterrare quelle eh’erano in Roma. Una di nuova invenzione innalzata nel foro di Napoli al medesimo Teodorico rammentasi da Procopio (l. i de Bello goth. c. a/f), tutta composta di sassolini minuti, e a varii colori intrecciati e uniti insieme, di cui egli dice che erasi scompaginato e disciolto il capo, vivente ancora quel principe. Il Winckelmann parla di una statua (l. cit.) che conservasi nella Villa Giustiniani, la qual credesi da molti essere dell’imperador Giustiniano. Egli si mostra di contrario parere, e aggiugne che questa (a) Assai più ampiamente e più eruditamente ha illustrato questo argomento il soprallodato sig. ab. Fea nella sua dissertazione sulle Rovine di Roma , inserita nel tomo III della Storia delle Arti del Winckelmann da lui nuovamente data in luce (p. 267 , ec.). vui. La »cultura fu esercìtata frequentemente, ma con poco felice SUCCCMOi