Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/184

Da Wikisource.

SECONDO 123 Longino, questi venne a fissar sua dimora in Ravenna, e prese il primo il nome di Esarco. Quand’ecco l’anno 568 una nuova nazione scendere impetuosamente dalla Pannonia ad occupare la misera e già troppo desolata Italia. Erano questi i Longobardi condotti dal loro re Alboino pronipote del celebre Teodorico, perchè nato da Rodelinda figlia di Amalafreda sorella del detto re. La comune opinione, appoggiata all’autorità di Paolo Diacono e di qualche altro antico scrittore, è che Narsete, sdegnato al vedersi ingiustamente tolto il governo d’Italia, invitasse i Longobardi a impadronirsene. Ma, a dir vero, l’onesto e virtuoso carattere di Narsete, ed altre ragioni che si posson vedere presso il Cardinal Baronio (Ann. eccl- ad an. 568), il Muratori (Ann. d’Ital, ad an. 567) e il Saint-Marc (Abr. de l’Hist. d’Ital. ad an. 568), ci fan dubitare della verità di un tale racconto. Checchessia di ciò, Alboino seco traendo tutta la sua nazione co’ vecchi ancora e i fanciulli e le donne, entrato in Italia per la provincia della Venezia, e conquistatene tutte le piazze a riserva di Padova e di Monselice, quindi espugnata Mantova, e tutta quella che or dal lor nome dicesi Lombardia, dalle Alpi Cozzie fino a Modena, e occupata quasi tutta ancor la Toscana, e gran parte del1 Umbria, e il ducato di Benevento, e finalmente dopo tre anni di ostinato assedio divenuto signor di Pavia, ivi fissò la sede del nuovo suo regno, nel che fu poscia seguito da’ suoi successori. Ma poco tempo egli ebbe a godere del frutto di sue vittorie, ucciso l’anno 5^3 in