Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/187

Da Wikisource.

ìaG LIBRO per moglie Gondeberga sorella di Adoloaldo, ribellatosi contro il re lo costrinse a fuggire e a ritirarsi a Ravenna, ove fra non molto morì. Circa undici anni resse Arioaldo il regno de’ Longobardi; ed essendo egli morto senza figliuoli l’anno 636, Gondeberga a imitazione di Teodelinda ebbe la libertà di scegliere a sè un marito, e un re alla nazione. Scelse ella Rotari duca di Brescia, degno di memoria singolarmente, perchè egli fu il primo che pei suoi Longobardi formasse un Codice di leggi, delle quali a suo luogo ragioneremo. L’anno 652 fu l’ultimo della vita di Rotari; a cui dopo sei soli mesi di regno tenne dietro il suo figliuolo e successor Rodoaldo, ucciso da un Longobardo, alla cui moglie avea egli recato oltraggio. Ariperto, figliuolo di un fratello della regina Teodelinda detto Gondoaldo, fu da’ Longobardi levato al trono, e il tenne fino all’anno 661. Un nuovo esempio videsi allora tra’ Longobardi dopo la morte di Ariperto; due suoi figliuoli Bertarido e Gondeberto assidervisi insieme, divise però tra loro le parti, e facendo lor residenza uno in Milano, l’altro in Pavia. Ma presto si mise tra essi discordia e guerra; di cui valendosi Grimoaldo duca di Benevento, che da Gondeberto era stato chiamato in aiuto, venuto a Pavia, lo uccise di sua propria mano; di che spaventato Bertarido, fuggissene fino nella Pannonia, abbandonando nelle mani del vincitore Rodelinda sua moglie e Cuniberto suo figliuolo ancor fanciullo. Grimoaldo godè del trono usurpato fino all’anno 671, in cui morendo lasciollo a Garibaldo suo figlio. Ma